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Mondo Viola  -  Noi Italiani e Stranieri  -  Lettera sullo sfruttamento minorile

Ho iniziato a scrivere e pubblicare articoli per Giornali, Riviste, e poi Siti Internet, fin dal 1975, su argomenti molto diversi. La produzione più omogenea è avvenuta fra il 1994 e il 2000 con la scrittura di 28 articoli per il Periodico di Cultura e Comunicazione NEXUS ( www.supernovaedizioni.it )della Supernova editrice. In questa sezione propongo solamente una piccola selezione di testi più recenti e collegati ai problemi di cui attualmente mi occupo con maggiore attenzione.

 

 

Berlino luglio 2008  foto PAGI

 

2007 : MONDO VIOLA

e cromatismi storici

 Roma gennaio 2007

Il Viola sta invadendo la nostra vita. Con l’avvicinarsi del Natale e del Capodanno, le vetrine ma anche le televisioni, le pubblicità, le riviste, i film, le città italiane, si stanno sempre più colorando di questo strano ibrido cromatico, nato dal Blu e dal Rosso.

Non si tratta di tifo calcistico per la squadra della Fiorentina, non è un fenomeno passeggero, casuale insignificante, credo sia proprio un sintomo: perché proprio il Viola e non un altro colore ?

Nel settimanale de La Repubblica, il Venerdì del 22 settembre scorso, un articolo annunciava la Moda Viola cui persino lo stilista Armani si sarebbe piegato, e la giornalista citava come spiegazione culturale del fenomeno “VIOLA” un famoso libro di Jean Chevalier e Alan Gheerbrant “ Il dizionario dei Simboli” ed. Garzanti, in cui sta scritto : “Composto da una eguale proporzione di rosso e di azzurro, di lucidità e di azione riflessa, di equilibrio fra la terra e il cielo, i sensi e lo spirito, la passione e l’intelligenza, il Viola è  il colore dell’equilibrio”.

 

Interpretazione molto discutibile e controversa che contrasta con le teorie artistiche e percettivo scientifiche che invece sostengono che il Viola sia, al contrario, un colore dello squilibrio, del disagio, della sofferenza, del dolore, e che non a caso nella tradizione cristiana è diventato nei secoli il colore del lutto usato nelle vesti del sacerdote officiante. Ma è anche vero che non in tutte le culture del mondo il Viola ha questo significato.

Eppure la Teoria del Colori, di tradizione europea, che si basa sulla composizione della luce solare, ci fornisce una spiegazione per analizzare sia le capacità umane di percepire le variazioni cromatiche sia quelle di creare, modificare, elaborare luci artificiali, oggetti, opere d'arte, spazi.

Lo Spettro solare, ideato da Newton, ci permette di individuare la sequenza dei colori della luce naturale: dal Rosso all’Arancio al Giallo al Verde al Blu all’Indaco al Viola. Ogni colore dello Spettro ha una lunghezza d’onda e può essere determinato in base alla sua lunghezza e frequenza di oscillazione. Ma tutto ciò avviene solamente nel corpo umano. I colori si “producono” solamente nei nostri occhi e nel nostro cervello. La frequenza e la lunghezza d’onda si riferiscono al sistema di percezione animale. In tale sistema di valori quantificabili il Viola è il colore che si distingue per la frequenza d’onda più alta: fra i 760 e gli 800 bilioni di millisecondi con la più piccola lunghezza d’onda fra i 430 e i 390 millimicron. Il Viola è infatti il colore estremo per il nostro cervello, con la massima frequenza di oscillazioni e la minima lunghezza d’onda. Inoltre i raggi ultravioletti sono i più dannosi per la pelle umana.

 

Il grande artista Vasilij Kandinskij in alcuni scritti degli inizi del '900, scriveva : “ Il Bianco agisce sulla nostra psiche come un grande silenzio che per noi è assoluto… E’ un silenzio che non è morto, ma pieno di possibilità…E’ un nulla giovanile, un nulla che sta prima del principio, prima della nascita. ( … ) Il Nero invece è come un nulla senza possibilità, come un nulla morto dopo l’estinguersi del sole, come un silenzio eterno, senza avvenire e senza speranza… E’ come il silenzio del corpo dopo la morte, dopo la fine della vita.(…) Come l’Arancione nasce dall’accostarsi del Rosso all’Uomo, così, allontanandosene il Rosso  per opera dell’Azzurro, nasce il Viola che ha tendenza a muoversi scostandosi dall’Uomo. Il Rosso che fa da sfondo deve però essere freddo giacché non è possibile mescolare il caldo del Rosso col freddo dell’Azzurro e anche nel campo della spiritualità è così. Il Viola è dunque un Rosso reso più freddo, tanto fisicamente quanto psichicamente. Ha perciò in sé un che di malsano, di spento (come ceneri di carbone), ha in sé un che di triste. E’ simile al suono del corno inglese, della zampogna e in profondità somiglia ai suoni profondi degli strumenti di legno come il fagotto. E’ un colore instabile: dov’è il limite del Viola che lo separi rigorosamente dal Rosso e dall’Azzurro ? E la tendenza a diventare Lilla: dove finisce questo e dove comincia quello ?”

 

Da circa dieci anni mi interesso del Viola. Nel 1996, appena dopo la firma su una fragile PACE nei Balcani, ho cominciato a frequentare per lavoro Sarajevo, la Bosnia, e poi Belgrado e la Serbia. Uno degli aspetti che più mi colpì fu proprio la presenza e la diffusione progressiva del Viola nella vita dei Balcani: dai vestiti agli oggetti a molte altre “cose” della vita quotidiana. La relazione fra la strana presenza di quel colore e la “drammaticità” della storia di quei Popoli e soprattutto del loro presente, provocò una sorta di piccola indagine socioculturale fra le persone, le cose, e le teorie, con alcuni accenni anche in due libri- romanzi brevi dedicati alle due capitali dei Balcani. (1)

Ma ciò che più mi colpì fu il notare che in quegli, ormai in questi anni, dal 1996 al 2006 ogni volta che ritornavo in Italia, dal Nord al Centro e al Sud, mi accorgevo che anche da “NOI”, il Viola stava aumentando a poco a poco. Fino ad arrivare all’Oggi, a questo fine 2006, all’articolo del Venerdì di Repubblica, alle vetrine con la Biancheria Intima maschile e femminile tutta Viola, o all’ultimo libro di una ONG italiana , stampato in Spagna e dedicato all’EducAzione alla Solidarietà Internazionale, con una copertina ed interni in viola acceso !

In Italia il Viola, poco usato e diffuso nelle nostre tradizioni cromatiche, aveva avuto un periodo di identificazione con la crescita del Movimento Femminista nei primi anni ’70: ma anche allora probabilmente esprimeva il disagio, la sofferenza, la voglia di reagire delle donne italiane al maschilismo mediterraneo.

 

Stiamo male, abbiamo paura, angoscia, insicurezza, dubbi, incertezze, delusioni, preoccupazioni, e forse il Viola ci racconta, esprime un disagio individuale e collettivo, esistenziale e sociale, soprattutto nell’Europa contemporanea, in bilico fra una storia di centralità e un presente e un futuro di crisi e marginalità. La drammaticità di questi anni, fatta di mutazioni climatiche e ambientali, di guerre e paure, di crisi economiche, di crisi ideali, di crisi di identità e relative insicurezze collettive e personali, sta trovando in un colore la sua sintesi espressiva, attraverso cui comunicare la difficoltà di vivere: altro che “Equilibrio” !

 

Plastiche per la casa ( sciacquare le stoviglie nel Viola ! Versare una bevanda da una brocca Viola, bere in un bicchiere Viola, mangiare da un piatto Viola ! ), sedie da bar, divise da lavoro, vestiti interi anche maschili, cappotti, giacche a vento, maglioni, magliette, cappelli, sciarpe, persino capelli naturali di donne, non solo giovani, dipinti di Viola, macchine, biciclette da grandi e da bambini,  interi bar con tovaglie Viola, o ristoranti con l'apparecchiatura coordinata, aveva trovato anche gabinetti privati con la carta igienica Viola ( e forse era uno dei pochi casi in cui riteneva accettabile quella tinta ! ), occhiali da sole con le lenti colorate per potere finalmente vivere  guardando tutto il mondo in Viola.

Era pur vero che uno dei simboli più importanti, semplici e naturali del suo paese erano le Prugne: grandi e succose prugne Viola. Ma quel viola, oltre che naturale era velato, con quel tipico effetto di bianco maculato che si forma sul frutto. Andrej riconosceva che in natura esistevano dei viola bellissimi come quello dei fiori, delle violette, o  più tenue della lavanda. Infatti era proprio l'uso smodato, improprio, banale che non sopportava. E rimaneva incredulo quando faceva notare a qualche conoscente l'invasione progressiva del Viola nella loro società e quello reagiva passivamente o diffidente.(2)

 

Usiamo e scegliamo colori ogni giorno, per tutte le nostre vite: vestendoci, truccandoci, comprando qualcosa, guardando con più attenzione o al contrario voltandoci dall'altra parte per strada; notando visi, occhi, labbra, pelli; influenzati da cieli azzurri o da nuvole nere, da verdi illuminati e vitali o  grigi spenti e bagnati dalla pioggia; attratti da vetrine piene di oggetti a vasto spettro cromatico; sollecitati da tele visioni iridescenti, che del colore della luce sono fatti infine. Teorie e tradizioni del Colore identificano culture e società e i diversi continenti.

E' possibile separare la scientificità delle teorie occidentali sulla percezione visiva dalla forza di mille tradizioni ? Quando il NERO è il colore della morte, del lutto, della paura, del buio in tutto l'Occidente Europeo e nord Americano, ma in gran parte dell'Asia è proprio il Bianco che esprime tali sentimenti ?

La neutralità serena del "nostro" VERDE acqua, colore ospedaliero per eccellenza che identifica guanti, grembiuli, oggetti, teli, pareti dell'operare asettico occidentale, come si rapporta con il sacro Verde Islamico, oggi sempre più temuto, che dalla bandiera della Arabia Saudita o della Libia, si diffonde in vesti, pitture, edifici pubblici, decorazioni architettoniche, oggetti d'uso quotidiano ?

E la freddezza dell'Azzurro, la forza del Rosso, l'elettricità del Giallo, come si articolano nelle estensioni continentali africane, asiatiche, sudamericane ? Nella sterminata Cina il Giallo fu riservato all’Imperatore, al figlio del Cielo: egli solo poteva indossare un abito giallo, come simbolo di illuminazione e sapienza. Il Bianco si addiceva alla purezza del defunto che andava nel regno celeste. In Messico, epoca precolombiana, un dipinto con una figura vestita di Rosso veniva immediatamente interpretata come riferimento al Dio della Terra XipeTotec e quindi all’Est, all’Aurora, alla Nascita, alla Giovinezza, alla Primavera. Ma cosa ha portato nella sua storia di secoli, la Germania e l'Olanda a preferire gli arancioni, i gialli, le variazioni di fuxia, come colori istituzionali ? O l'Italia a preferire i verdi, gli azzurri, i marroni ?

Forse le bandiere nazionali ci possono aiutare a trovare delle costanti, delle vie cromatiche di identificazione territoriale. Nate in circa cento anni, fra il Settecento e l'Ottocento, le oltre duecento bandiere esistenti ci raccontano ma purtroppo spesso sviano, ingannano e si scoprono semplici simboli geo-cromatici in cui la casualità ha vinto sul significato. E così scopriamo che Italia e Messico hanno la stessa bandiera, Russia,  Francia e  Jugoslavia hanno gli stessi colori,  così come la coppia di Bianco e Rosso identificano Giappone, Canada, Polonia e Croazia, e ancora Bianco e Azzurro per Grecia, Israele e l'Argentina, fino al piccolo paradosso che il Principato di Monaco ha la medesima grafica e colori dell'Indonesia:   quale sarà la Bandiera del Mondo, i suoi colori, la sua grafica ?

 

(1) “Amina di Sarajevo” di Gianguido Palumbo   ed. Ediesse 2005

     “Andrej a Belgrado” di Gianguido Palumbo   ed. Ediesse 2002

 

(2) Da “Andrej a Belgrado”

 

Consigli di lettura

 

- Goethe  La Storia dei Colori  (1810)   ed. Luni 1998

- Kandinsky  Lo Spirituale nell’Arte  (1910)    ed. SE 1989

- Manlio Brusatin   Storia dei Colori  ed. Einaudi 1983

- SubComandante Marcos  La storia dei Colori  ed. Minimum Fax 1999

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Noi Italiani e Stranieri assieme oltre l’Integrazione

Roma  marzo 2006

Una Lettera aperta  alle Istituzioni, ai Partiti, alle Associazioni, ai Giornali, le Radio, le Televisioni 

Per aderire  scrivere a  adhocve@tin.it

 

Stranieri ? Immigrati ? Migranti ? Nuovi Italiani ? Italiani ?

Noi sappiamo solo che :

ci piace conoscerci e stare assieme, come amici, amiche, colleghi-e di lavoro, genitori di figli che vanno nelle stesse scuole o figli di genitori che vanno nelle stesse strade;

ci piace lavorare o cercare lavoro scambiando informazioni e cercando di dare valore alle nostre diverse capacità e culture, nel riconoscimento e rispetto reciproco.

ci piace imparare l’Italiano o parlare un po’ Francese, Inglese, Spagnolo o ascoltare il Wolof , l’Albanese, il Cinese, il Pilipino, l’Arabo e tante altre lingue;

ci piace leggere poesie e racconti italiani, guatemaltechi, polacchi, senegalesi, cingalesi;

ci piace provare cibi nuovi e inventare nuove ricette mescolate;

ci piace vestirci di stoffe, colori, abiti diversi, anche poco costosi;

ci piace ascoltare e ballare assieme il valzer, il mambo, la salsa, il salto kurdo, il rock e il rap;

ci piace vivere accanto e a volte anche stare proprio assieme, innamorarci, amarci, creare famiglie di tutti i tipi, avere un po’ di fiducia nel futuro anche qui in Italia.

Siamo curiosi gli uni degli altri, le une delle altre e vorremmo vivere meglio assieme per diventare migliori, più ricchi dentro e meno poveri fuori.

Siamo contro il razzismo, oltre la tolleranza, l’accoglienza, l’integrazione, siamo nella stessa vita, nello stesso Paese, nello stesso Continente, nella stessa Storia, anche se di origini, di età, di generi, di gusti, di idee, di fedi diverse.

Siamo più avanti delle leggi nazionali, dei regolamenti regionali provinciali e comunali, siamo pronti-e a nuove possibilità di vita in comune, ma abbiamo bisogno di nuove leggi, di nuove regole, di nuovi spazi e luoghi dove incontrarci, conoscerci meglio, collaborare di più, ed anche divertirci.

Stiamo vivendo in città e paesi dove invece rischiano di crescere la distanza, la differenza, la paura, la diffidenza, la violenza, la vendetta, reciproche, ma dove stanno crescendo altrettante esperienze di relazioni positive e feconde.

Sono proprio le città, le migliaia di comuni italiani, dove abitiamo, lavoriamo, ci spostiamo, ci incontriamo, che dovrebbero favorire la convivenza, la condivisione, la comunicazione, la cooperazione, per una Cittadinanza reale, locale e globale al contempo.

Vorremmo allora che nascessero in tutta Italia Case e Centri Pubblici per le Culture del Mondo,  dove permettere alle Comunità Straniere di incontrarsi e di conoscersi fra loro e dove chiunque, di qualsiasi origine italiana, straniera o meticcia, potesse trascorrere liberamente, piacevolmente e utilmente ore della propria giornata. Vorremmo anche Scuole più aperte, che favorissero di più gli scambi di culture e di vita, vorremmo più iniziative pubbliche e private che dessero valore alla diversità, come fonte di nuove energie e non solo di timori e problemi.

Il Mondo in Italia è una ricchezza, è una bellezza.       L’Italia per il Mondo è una ricchezza è una bellezza.

 

- Edmond BUDINA                                 ( Albania-Italia  Bassano del Grappa,  Regista  )

- Enisa BUKVIC                                     ( Bosnia-Italia  Roma, Coordinatrice Comunità Bosniaca italiana )

- Paola ELLERO                                     ( Italia-Padova, Consulente Formazione e Doc. Com. Interculturale )

- Colleen MCCANN                                ( Australia-Italia  Venezia   Fisioterapista )

- Pap KHOUMA                                      ( Senegal-Italia Milano, Scrittore )

- Luiza GLODOWICZ                              ( Polonia-Itala   Roma, Artigiana )

- Marie Louise NIWEMUKOBWA            ( Ruanda-Italia Venezia, Associazione Donne ImmigrateSolidaires -Mestre)

- Kareem MAJED                                   (  Irak-Italia   Mestre,   Urbanista- Comunità Kurda in Italia )

- Gianguido PALUMBO                            ( Italia-Roma, Cooperatore Internazionale )

- Eloy SANTOS                                      ( Spagna-Italia Salamanca/Roma   Giornalista-Scrittore)

Adesioni al 9 marzo 2006

- Ingrid Simon                          ( Austria-Italia, Salento  Fotografa )

- Ajna Galicic                            ( Bosnia Erzegovina-Italia                 Studentessa  )

- Lesley Riva                             ( Usa-Italia, Providence-Venezia  Giornalista-Scrittrice )

- Sandra Assanda                      ( Camerun-Italia,Parma   Dottoranda in Cooper. Internaz. )

- Kossi A. Komla-Ebri                 ( Togo-Italia-Pontelambro (Co)  Medico-Scrittore )

- Mandiaye N’Diaye                   ( Senegal-Italia, Ravenna                      Attore-Regista )

- Marcela Bulcu                         ( Romania-Italia, Roma  Mediatore-Culturale- OIM Org. Internaz.Migrazioni)

- Bozidar Stanisic                      ( BosniaErzegovina-Italia Zugliano (UD) Scrittore   )

- Slavica  Katavic,                     ( BosniaErzegovina-Italia Zugliano (UD)  Interprete  e mediatrice linguistica )

- Aida Korman                          ( BosniaErzegovina-Italia, Roma-Sarajevo          Stilista )

- Paco DelPino                          ( Spagna-Italia, Roma               Pittore-Fotografo )

- Don Matteo Zuppi                    ( Italia- Roma    Comunità di S.Egidio )

- Luigi Manconi                          ( Italia-Roma      Sociologo )

- Sveva Sagramola                   ( Italia-Roma      Conduttrice televisiva )

- Margherita Paolini                   ( Italia- Roma    Rivista LIMES )

- Valeria Palumbo                      ( Italia- Milano               Caporedattore L’EUROPEO )

- Carlo Infante                          ( Italia-Torino      Docente Performing Media )

- Massimo Riva                         ( Italia- Providence- Venezia     Brown University )

- Lorenzo Romito                     ( Italia-Roma     STALKER Osservatorio Nomade )

- Stefania Divertito                    ( Italia - Roma   Giornalista, editrice )

- Nicoletta Birocci                      ( Italia-Torino      Avvocatessa )

- Nadia Scardeoni                      ( Italia-Verona     Insegnante )

- Angelo Cifatte                         ( Italia-Genova     Funzionario del Comune )

- Davide Poletto                        ( Italia-Venezia    Cooperatore Internazionale )

- Mili Romano                            ( Italia-Bologna    Docente Accademia B.Arti )

- Renato Dinicola                       ( Italia-Pescara     Collettivo Kabawil- per l’Am.Latina )

- Loredana Iapichino                  ( Italia-Palermo    Insegnante- Assoc. LIBERA )

- Patrick Tombola                      ( Italia-Roma        Insegnante d’Inglese )

- Diego DiMasi                          ( Italia-Roma         Operatore Sociale )

- Antonio DeLuca                      ( Italia-Salento-Cursi   Artista-Artigiano )

- Enrica Baldi                            ( Italia-Roma       Psicoeducatrice Interculturale )

- Matilde Marchesini                   ( Italia-Parma      Bibliotecaria )

- Paola Viero                             ( Italia-Roma     Resp. Prog. per i Minori- Min.Esteri )

- Marina Fresa                           ( Italia-Roma       Architetto )

- Elena Salibra                          ( Italia-Pisa       Univ. Pisa, Scrittrice )

- Luca Marchioni                        ( Italia-Roma     Musicoterapista )

- Vittoria Iacovella                     ( Italia-Roma    Giornalista )

- Viviana Petrucci                    ( Italia-Roma     Studentessa )

- Silvia Lodi                              ( Italia- Salento Assoc. culturale Starter )

- Massimo Parizzi                    ( Italia-Milano    Scrittore-Editore )

- Enrica Montanini                      ( Italia-Parma     Parco Regionale Boschi di Carrega )

- Maria Luisa Palumbo                ( Italia- Roma    Architetto )

- Maria Teresa Sega                  ( Italia-Venezia   Storica-Istituto Veneziano sulla Resistenza )

- Angelo Lallo                            ( Italia-Portogruaro  Ricercatore- Storico)

- Luca Leone                             ( Italia- Roma    Giornalista,Scrittore )

- Maria Cecilia Castagna             ( Italia-Roma     Editrice )

- Annapaola Formaggini ( Italia-Milano    Libreria  “Azalai” )

- Giovanna Tescari        ( Italia-Milano    Libreria  “Azalai” )

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Una lettera aperta ai bambini, alle bambine ed agli adolescenti,

sullo sfruttamento minorile

Venezia 16 aprile 1999

Nel 1995, il 16 aprile, in Pakistan è successo un fatto grave, che è giusto ricordare. Quel giorno, mentre giocava per strada con la sua bicicletta, è stato ucciso da un colpo di pistola un bambino pakistano di 12 anni, IQBAL MASIH. Fin dai quattro anni aveva lavorato come piccolo schiavo di un fabbricante di tappeti che lo aveva "comprato" dalla sua famiglia povera come riscatto per un prestito di denaro: Iqbal valeva 55 lire al giorno. A dieci anni, nel 1993, era stato liberato da una associazione pakistana che lottava contro lo sfruttamento. E così Iqbal aveva deciso di denunciare i suoi sfruttatori ed era diventato un simbolo nazionale per i bambini-e del suo paese. Nel 1994 era stato invitato ad una conferenza mondiale in Svezia ed aveva ricevuto un premio per studiare e frequentare l'Università : avrebbe voluto fare l'avvocato. Ma il 16 aprile qualcuno lo ha ucciso per punire lui e chi lo aveva aiutato.

La storia di Iqbal ha impressionato milioni di persone in tutto il mondo, provocando diverse reazioni e iniziative. Una di queste è stata proposta dalla nostra associazione: dedicare il 16 aprile di ogni anno allo sfruttamento minorile organizzando in tutte le città, le scuole, i luoghi di lavoro, tante attività di informazione, di denuncia, per non dimenticare e cercare di migliorare la situazione di quei milioni di bambini-e e adolescenti maltrattati nel mondo ed in Italia.

Il Comune di Venezia, l'UNICEF, i Sindacati italiani ed il Governo hanno accettato e fatta propria l'idea dell'Associazione Mantovan e dal 1996, ogni 16 aprile, in Italia si svolgono iniziative e manifestazioni contro lo sfruttamento minorile, per il diritto ad una vita migliore.

Ormai siamo arrivati al 2000 e sulla Terra conviviamo in 6 miliardi, di cui quasi la metà (3 miliardi!) siete bambini-e e adolescenti. Siete tanti, tutti diversi, eppur simili. Non tutti però andate a scuola, giocate e guardate la televisione. Di questi 3 miliardi, ben 300 milioni non vivono affatto bene ed anzi sono sfruttati dai grandi per guadagnare soldi. I modi sono tanti, più o meno crudeli : alcuni-e sono costretti a fare l'elemosina come un lavoro, per tutto il giorno; altri-e sono obbligati a prostituirsi con adulti; tanti diventano piccoli soldati pagati per uccidere nei paesi in guerra; oppure sono arruolati da delinquenti per rubare e spacciare droga; ci sono anche i veri e propri operai-e che lavorano in piccole fabbriche nei diversi settori; e ancora molti che invece vengono direttamente venduti e comprati come oggetti.

E' un bruttissimo elenco, che fa paura, ma è una verità che non si può nascondere o dimenticare. Tutto questo avviene nei paesi più poveri o in difficoltà, in Africa, in Asia, in America del sud, ma anche in America del nord, in Europa, in Italia, dove si sta scoprendo che molti bambini-e ed adolescenti non vanno a scuola e lavorano gran parte del giorno per portare soldi alle loro famiglie.

Siete 3 miliardi nel mondo. Sono 300 milioni quelli veramente sfruttati. Sono 300 mila in Italia. Nel nostro Paese vivono circa 57 milioni di persone di cui 10 milioni fra bambini-e e adolescenti. Fra questi però ce ne sono 500 mila che non vanno a scuola perché i genitori non li mandano, e sono fuori legge. Di questi 500 mila almeno 300 mila lavorano e sono sfruttati da piccoli per far guadagnare i grandi: non vanno a scuola, giocano poco e male e vivono peggio. Probabilmente sono anche molto stanchi, a disagio e da adulti non staranno meglio perché non avranno una istruzione adatta a trovare un lavoro e non vivranno neanche un po' di serenità. Sfruttare qualcuno vuol dire utilizzare le sue energie, le sue capacità, senza il suo accordo, per averne un vantaggio. Ma è possibile sfruttare qualcun altro solo se si ha il potere, la forza, di imporre la propria volontà e decisione. Il lavoro invece deve essere una libera scelta di una persona consapevole, di almeno 14 anni, che pur faticando decide che quella attività gli serve per vivere e nei casi migliori lo interessa e gli dà alcune soddisfazioni. Il lavoro non deve essere una condanna ma un'attività umana utile non solo a sé stessi ma a tutta la società in cui si vive.

Tutti (anziani, adulti, giovani e bambini-e) dobbiamo stare attenti e scoprire quando, dove, come vengono sfruttati o maltrattati bambini-e e adolescenti, per raccontarlo, per difendere i diritti principali alla libertà di scelta, alla crescita, alla salute, all'istruzione-formazione, al gioco, ad un lavoro responsabile. Noi speriamo e ci daremo da fare perchè il 16 aprile diventi al piu presto una giornata mondiale contro lo sfruttamento minorile per il rispetto dei diritti umani.

 Gianguido Palumbo                                            

Coordinatore Associazione Mantovan di Venezia per i ragazzi-e di strada nel mondo

 

Foto e testi di Gianguido PAGI Palumbo
last update: 23/05/2011 11.07.10