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GIANGUIDO


PALUMBO


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 Come un pomodoro al sole di sempre

 

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Venezia 17 ottobre 1999

Limitrofie

La pace s’invera nel silenzio di un prato
di un paesaggio senza mine.

La guerra può stare in uno sguardo di apparente innocuità
dopo il quale scatti una lama
prima o poi che s’infili nel cuore di un altro, di un’altra
e che importa.

La tregua, che è peggio, può convivere con pace e guerra
senza che scatti il rimorso, senza che molli l’ancora
e il remo sbatta forte sull’onda resistente.

Ci vorrebbe una pausa a vantaggio di chi non sa e non può più capire.
E quando si schiarisce la voce
e il tuono si spegne e il fulmine cade, innocuo
è possibile che accada anche un sospiro
che una piuma si muova
che uno sguardo la segua
che un suono l’accompagni, furtivo, svelandone la fuga.

Limitrofie, soglie segnate da polvere e cieli azzurrati
aquile possenti e severe, attente alle piccole prede ignare
ai falsi allarmi per i cuccioli.

Ci sforziamo di procedere ma la tentazione di smettere
insiste noncurante.

Chi ci assicura che ne valga la pena
che il vino sia buono e le papille vibrino ?

Occorrono miele, cacao e caffè per indurci in tentazione
e stabilire la pena.

Questo è chiaro e albeggia: accontentiamoci.

pagi

 





Roma 2004

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto e testi di Gianguido PAGI Palumbo
last update: 23/05/2011 11.07.15